venerdì 30 luglio 2010

CIAMBELLA ALLE PESCHE IN SCIROPPO DI VINO




INGREDIENTI:


180 grammi di farina

70 grammi di maizena

180 grammi di zucchero + 2 cucchiaiate

125 grammi di burro

3 uova grandi

2 cucchiai di latte

mezza bustina di lievito per dolci

aroma di vaniglia

1 kg di pesche a pasta gialla mature ma sode

250 ml di vino bianco secco

una stecca di vaniglia

250 grammi di confettura extra di pesche





Per prima cosa sbucciate le pesche, tagliatele a fettine e mettetele in una casseruola assieme ai due cucchiai di zucchero, al vino e alla stecca di vaniglia tagliata a metà per il lungo.




Incoperchiate e fate cuocere dolcemente fino a quando il vino non si sarà trasformato in un denso sciroppo. A questo punto spegnete la fiamma, togliete la stecca di vaniglia e lasciate raffreddare.




Montate il burro a crema con lo zucchero, utilizzando le fruste elettriche; unite i tuorli delle uova (uno per volta) e l'aroma di vaniglia, poi la farina, la maizena, il latte e il lievito. Lavorate bene il tutto ed aggiungete gli albumi montati a neve, mescolando delicatamente dal basso verso l'alto. 




  
Completate il composto con le pesche e il loro sciroppo; date un'ultima mescolata, quindi versate il tutto in uno stampo per ciambelle adeguatamente imburrato. Fate cuocere il dolce in forno preriscaldato a 180 gradi per 35-40 minuti.





A cottura ultimata (per verificarla fate la classica prova dello stuzzicadenti) estraete lo stampo dal forno; lasciate intiepidire la ciambella, poi sformatela sul piatto da portata.





Mentre questa raffredda, fate scaldare in un pentolino la confettura, a fiamma bassissima, mescolando con un cucchiaio di legno.



  

Versate la confettura sulla ciambella, lasciandola colare anche sui lati. Fate raffreddare bene il dolce prima di gustarlo.



domenica 25 luglio 2010

POLPETTONE VESTITO A FESTA




INGREDIENTI PER SEI PERSONE


PER L'IMPASTO DEL POLPETTONE:  


800 grammi di carne magra di manzo tritata

3 uova intere

200 grammi di parmigiano grattugiato

un pugno di pane grattugiato

uno spicchio di aglio

un ciuffetto di prezzemolo

sale

pepe


PER IL RIPIENO:


1 etto di prosciutto cotto o prosciuttella

mezzo etto di mortadella

4 fette sottili di formaggio "Leerdammer"

3 uova sode


INOLTRE:


350 grammi di pasta da pane





Preparate l'impasto del polpettone amalgamando gli ingredienti suindicati ed usatene i tre quarti per rivestire il fondo e le pareti di uno stampo da plumcake di 25 centimetri unto con olio extravergine di oliva. Foderate tutto l'interno in questo modo: uno strato di prosciutto, uno di mortadella ed uno di formaggio (anche i lati!). Nel centro disponete le uova sode intere, in fila indiana, quindi ripetete l'operazione precedente utilizzando i salumi ed il formaggio ancora a disposizione. Coprite il ripieno con l'impasto di carne rimasto, ungete la superficie con un velo d'olio e sigillate la parte superiore dello stampo con un foglio di carta d'alluminio.  Così coperto,  fate cuocere il polpettone in forno preriscaldato a 180 gradi per tre quarti d'ora; togliete quindi l'alluminio per favorire la coloritura.  




Lasciate intiepidire il polpettone all'interno dello stampo, poi rovesciatelo su un altro foglio di alluminio e lasciatelo "riposare", in modo che perda i liquidi in eccesso e si compatti bene. A questo punto, avvolgetelo nella pasta da pane stesa con il mattarello il più sottilmente possibile; ungete la superficie del rotolo con olio di oliva e bucherellatela un po' per favorire la fuoriuscita del vapore. Disponete il polpettone in uno stampo imburrato e passatelo di nuovo in forno fino a doratura della pasta.  




Servite il vostro polpettone in crosta di pane tagliato a fette spesse, magari accompagnandolo con pesto rosso e salsa al parmigiano, come ho fatto io.



giovedì 22 luglio 2010

PAELLA ALLA LUCIA




INGREDIENTI PER QUATTRO PERSONE:


280 grammi di riso
(preferibilmente a chicco piccolo e tondeggiante)
600 ml di ottimo brodo di carne
(assolutamente non di dado!!!)
una bustina di buon zafferano
olio extravergine di oliva
una grossa cipolla
qualche spicchio d'aglio
un bicchiere di vino bianco
un ciuffo di prezzemolo
un peperone rosso e uno giallo
sei pomodori maturi e sodi
100 grammi di piselli freschi
1 kg di cozze
4 scamponi
8 gamberoni
un petto di pollo
200 grammi di carne di maiale magra
un pezzo di salsiccia lunga






Gli ingredienti devono cuocere separatamente, ma nella stessa padella, partendo dai crostacei. Quindi fate soffriggere prima gli scamponi in olio e aglio, salandoli leggermente; poi togliete questi dalla padella (teneteli in caldo) e ripetete l'operazione con i gamberoni.   






Passate alla carne, che avrete ridotto a cubetti: sempre separatamente, cuocete prima il pollo, poi il maiale e infine la salsiccia (utilizzate lo stesso olio dei crostacei, aggiungendo ogni tanto un cucchiaio di olio nuovo). A parte fate aprire le cozze con  vino, aglio e prezzemolo; filtrate l'acqua di cottura e unitene un bicchiere al brodo di carne. Sgusciate i molluschi, ma ricordate di tenere da parte le cozze più belle, complete di guscio, per la decorazione della paella.






Preparate il soffritto base; aggiungete all'olio che avete nella padella il peperone giallo, l'aglio e la cipolla,  tutti e tre tritati finemente. Appena saranno dorati, unite i pomodori (sbucciati, privati dei semi e dell'acqua di vegetazione e tagliati a pezzetti) e lasciate cuocere per una decina di minuti.  Nel frattempo sbollentate i piselli. Quando il sughetto si sarà addensato, unitevi tutta la carne, i piselli e il brodo caldo (nel quale avrete sciolto lo zafferano); versate quindi il riso. Date una bella mescolata, poi non toccate più il riso fino ad assorbimento del brodo (al massimo scuotete la padella). Un paio di minuti prima della fine della cottura, aggiungete le cozze sgusciate e i gamberoni.






Lasciate riposare la paella nel tegame per una decina di minuti, poi decoratela con le cozze, gli scamponi e il peperone rosso (che avrete arrostito, spellato e tagliato a listarelle).






A meno che non siate uno schifiltoso valenciano... (leggi qui ) vi piacerà! ;-)

martedì 20 luglio 2010

PAELLA ALLA LUCIA (GENESI)

La paella la conosciamo tutti. O meglio, crediamo di conoscerla!… finché non decidiamo di farla in casa nostra. Allora, solo allora, capiamo che, in realtà, le nostre conoscenze sul piatto più famoso della cucina iberica non sono poi così salde e sicure.
Ma procediamo con ordine. Innanzitutto vi starete chiedendo perché mi sia venuto il ghiribizzo di preparare la paella e non, ad esempio, l’untuosa e sontuosa carbonara emblema di Roma caput mundi. Mah! Sarà l’effetto mondiali o la mia innata tendenza a complicarmi la vita… Scegliete voi. Fatto sta che una mattina mi sveglio pensando: voglio fare la paella! Tanto, che ce vo? Basta andare in Internet, digitare: “ricetta originale paella” e attendere che saltino fuori ingredienti e procedimento della “paella valenciana”, quella con carne e pesce; perché, lo sanno tutti, è lei l’originale!
Primo pugno in faccia: la paella che ho in mente io ci azzecca con Valencia quanto Di Pietro con l’italiano. Detta “mixta” o “turistica”, giusto per non lasciare alcun dubbio circa i destinatari, risulta essere, appunto, una mera invenzione per turisti, un po’ come Babbo Natale per i bambini: i valenciani preferirebbero farsi torturare piuttosto che ingoiare un solo boccone di quell’obbrobrio culinario. Ma alura (come dicono qui a Berghem), qual è sta benedetta “paella alla valenciana”? Con la mia caparbietà meridionale faccio una ricerca approfondita ed accurata e scopro tutto, ma proprio tutto, sul piatto in questione (mi manca solo il suo DNA). La “paella alla valenciana” è nata qualche secolo fa ad opera dei contadini dell’Albufera, una zona umida a sud di Valencia tradizionalmente dedita alla coltivazione di riso e ortaggi mediterranei, nella quale viene anche prodotto un ottimo zafferano. A questi ingredienti principali veniva talvolta aggiunta la carne di un coniglio selvatico o di qualche lumaca reperiti in loco. Se proprio era festa grande, veniva sgozzato anche un bel pollo. Così, il piatto spagnolo più famoso al mondo altro non è che un banale risotto di carne e verdure! Risotto? Secondo pugno in faccia: la paella NON è un risotto!
Scordiamoci, noi italiche cuochine, la tostatura del riso, la sfumata col vino bianco, il brodo aggiunto poco per volta controllando che il precedente sia stato interamente assorbito… Il riso si versa DIRETTAMENTE nel brodo, rigorosamente crudo. E non ci son santi.
Beh, meglio così, penso io. Un procedimento di cottura semplice semplice, basta solo ricordarsi di mescolare il riso di tanto in tanto… Meeeescolare cheeeeee??? Il riso NON si mescola!!! Il riso deve addirittura attaccarsi un po’ al fondo della padella, altrimenti la "socarrada" come fa a formarsi? Vi state chiedendo che azzolina è? Perfetto: me lo son chiesto anch’io! E’ lo strato di riso che, logicamente, brucia per effetto della non mescolatura. Ogni paella che si rispetti è tenuta ad avere la sua brava crosticina bruciacchiata, per la gioia dei suoi cultori, e sappiate che a Valencia esiste perfino un ristorante intitolato alla sacra socarrada.
Quindi, se, come me, già sapete che non sarete in grado di resistere al richiamo della rimestatura, fate come Ulisse, che per resistere al canto delle Sirene si fece legare all’albero maestro della nave: incatenatevi alla gamba del tavolo. Oppure procuratevi il calendario di Gabriel Garko e per un quarto d’ora vi dimenticherete non solo del riso, ma di qualunque cosa vi ruoti attorno.
Per finire: la cottura della paella deve avvenire nella paellera, il caratteristico tegame largo e rotondo con due manici che dà il nome alla pietanza, e il fuoco dev’essere regolato con un adattatore per il fornello, ovvero un congegno che si attacca all’uscita del gas ed espande la fiamma per farla larga come la paellera. Con la cultura che mi son fatto, sfido chiunque a saperne più di me su paella, annessi e connessi! Ma veniamo al dunque: il coniglio non mi piace, le lumache a Bergamo ‘ndo le trovo, la paellera non ce l’ho e men che meno l’adattatore… e per me la paella è, e rimarrà, quella con carne e pesce insieme. Conclusione? Mi son fatto una paella su misura. Una paella “mixta”. Anzi, di più. “Turistica”. Alla faccia degli schifiltosi valenciani!


Ricetta e foto ve li posterò domani perché stasera vado fuori a mangiare... no, non la paella! Un'italianissima pizza :-)  

lunedì 19 luglio 2010

CE N'E' PER ...VENTIDUE! :-)

Fino a qualche giorno fa non sapevo della consuetudine, vigente nel mondo dei blogger, di assegnare premi ai blog ritenuti più meritevoli. Poi, con mia grande gioia, Fimère   di  Aux delices des gourmets  e Marilù di Polvere di peperoncino  mi hanno insignito di questi fantastici premi...





( riconoscimento che viene consegnato ai blogger che hanno dimostrato impegno nel trasmettere valori culturali, etici, letterari o personali)







mentre Serena http://dolcipensieri.wordpress.com/ mi ha donato quest'irresistibile streghetta portafortuna:







Grazie a loro tre, ho quindi scoperto l'esistenza dei premi e le modalità che ne regolano l'assegnazione. In pratica (vediamo se ho capito bene), ora io dovrei scegliere ventidue blog (quindici più sette) a cui girare i premi ricevuti, linkarli ed avvisare i blogger di passare da me a ritirarli. Giusto?  Beh... non c'è che l'imbarazzo della scelta! :-)







Chiedo scusa ai blog che non ho citato (sarà per la prossima volta) e a quelli che, per una ragione o per l'altra, non gradiscono ricevere premi e magari sono inclusi nel mio elenco: non l'ho fatto per dispetto, è che purtroppo non ricordo quali siano! Colgo l'occasione per ringraziare tutti quanti... premiatori, premiati e non. Grazie per avermi accolto a braccia aperte in questa grande famiglia e per il sostegno che mi offrite ogni giorno, spontaneamente ed affettuosamente.

venerdì 16 luglio 2010

BAVARESE AFTER EIGHT




INGREDIENTI:


mezzo litro di latte fresco intero

mezzo litro di panna fresca

200 grammi di zucchero

6 tuorli d'uovo

5 cucchiai di sciroppo di menta

un baccello di vaniglia

un ciuffo di menta fresca

18 grammi di colla di pesce

100 grammi di cioccolatini "After Eight"





Portate ad ebollizione il latte unitamente al ciuffo di menta ed al baccello di vaniglia tagliato a metà per il lungo. Togliete il pentolino dal fuoco e lasciate intiepidire, quindi eliminate baccello e menta.


  

Mentre il latte si intiepidisce, montate i tuorli con lo zucchero con le fruste elettriche, fino a farli diventare bianchi e spumosi. A questo punto aggiungete il latte tiepido a filo e mettete il composto sul fornello; fatelo addensare leggermente, a fiamma bassissima, mescolando continuamente con un cucchiaio di legno per circa dieci minuti. Attenzione: non dovete raggiungere assolutamente il punto di ebollizione!




Spegnete il fuoco, unite al composto lo sciroppo di menta e la colla di pesce (precedentemente ammollata per dieci minuti in acqua fredda e ben strizzata) e lasciate raffreddare  il tutto.




Nel frattempo montate la panna a neve ferma. Non appena vedrete che il composto inizia a "tirare", incorporatevi la panna montata, con delicatezza; versate poi la preparazione in uno stampo (preferibilmente di silicone) inumidito con acqua fredda. Completate con i cioccolatini tritati; questi si depositeranno sul fondo dello stampo, per cui, una volta sformata la bavarese, risulteranno sulla sua superficie.




Passate lo stampo in frigorifero e lasciatevelo per almeno sei ore (meglio un'intera notte). Sformate la bavarese e servitela con salsa di cioccolato. 




Con questa deliziosa bavarese partecipo al Contest estivo di "Menta e Cioccolato" .  

martedì 13 luglio 2010

TORTA DI FORMAGGIO AL LIMONE




INGREDIENTI


PER LA BASE:


400 grammi di farina

200 grammi di zucchero

200 grammi di burro

1 uovo intero e 2 tuorli

mezza bustina di lievito

la buccia grattugiata di un limone

aroma di vaniglia


PER LA FARCIA:


600 grammi di formaggio fresco Muller o Philadelphia

100 grammi di zucchero

100 grammi di latte concentrato zuccherato

2 uova intere e un tuorlo

20 grammi di maizena

2 cucchiai di succo di limone

aroma di vaniglia






Preparate la pasta frolla nel solito modo e tenetela in frigorifero per un'oretta, avvolta in pellicola da cucina.






Lavorate il formaggio con lo zucchero; unite il latte concentrato, il succo di limone, la vaniglia, le uova ed infine la maizena, amalgamando bene il tutto.






Riprendete la pasta frolla e stendetela in uno stampo rotondo per torte con cerniera apribile da 26 centimetri, precedentemente imburrato, coprendone sia il fondo sia i lati. Versatevi dentro il ripieno ed infornate per una mezz'oretta a 180 gradi (in forno già caldo). Se la superficie tendesse a scurirsi troppo presto, copritela con un foglio di carta da forno. Servite la torta fredda, spolverizzata di zucchero a velo.




domenica 11 luglio 2010

TERRINA DI POLPO AL PESTO




INGREDIENTI PER SEI PERSONE:


2 kg di polpo pronto per la cottura

2 cipolle

2 carote

2 coste di sedano

200 grammi di pesto fresco

10 grammi di colla di pesce






Mettete le verdure tagliate a pezzi in una casseruola contenente abbondante acqua leggermente salata. Portate ad ebollizione, tuffatevi il polpo e fatelo cuocere per un'oretta. Lasciatelo intiepidire, quindi spellatelo e riducetelo a tocchetti.






Sciogliete la colla di pesce, precedentemente ammollata per dieci minuti in acqua fredda e ben strizzata, in un cucchiaio di acqua calda. Unitela al pesto.






Versate il pesto sul fondo di uno stampo grande per plumcake, che avrete avuto l'accortezza di ungere di olio d'oliva, e passatelo in frigorifero per far solidificare la gelatina.  Riprendete quindi lo stampo, riempitelo con il polpo a pezzetti pressandolo bene, ricopritelo con della pellicola per alimenti e rimettetelo in frigo con sopra un peso.






Giunto il momento di andare in tavola, sformate la terrina di polpo sul piatto di portata (per facilitare l'operazione immergete per qualche istante lo stampo in acqua calda). Servitela a fette spesse, accompagnate con dell'altro pesto.




N.B. Per questa preparazione mi sono ispirata ad una ricetta di "Cucina Moderna Oro" (470 piatti per l'estate).

venerdì 9 luglio 2010

MANDORLATA DI PEPERONI IN CROSTA BRISE'




INGREDIENTI


PER LA PASTA BRISE': 


300 grammi di farina

150 grammi di burro

acqua ghiacciata q.b.

sale


PER LA FARCIA:


2 peperoni rossi

2 peperoni gialli 

6 pomodori rossi maturi e sodi

30 grammi di uvetta

80 grammi di mandorle spellate e tostate

olio extravergine di oliva

2 cucchiai di aceto

1 cucchiaino colmo di zucchero

sale






Preparate innanzitutto la pasta brisè lavorando velocemente gli ingredienti suindicati (prima la farina con il burro a pezzetti, poi il briciolame ottenuto con tanta acqua ghiacciata quanto basta per ottenere una pasta morbida ma consistente); lasciatela riposare in frigorifero avvolta in una pellicola. 






Fate soffriggere in mezzo bicchiere di olio i peperoni tagliati a falde larghe; dopo circa un quarto d'ora aggiungete i pomodori (precedentemente spellati, privati dei semi e tagliati a pezzi), le mandorle spezzettate, l'uvetta (ammollata in acqua e strizzata), l'aceto, il sale e lo zucchero. Proseguite la cottura fin quando i peperoni risulteranno cotti ma ancora croccanti.  






Intanto che i peperoni raffreddano, ricoprite uno stampo per crostate leggermente imburrato con la pasta brisè stesa molto sottile.  Versateci dentro la farcia ed infornate a 180 gradi, in forno preriscaldato, fino a doratura della pasta (ci vorranno circa venti minuti).




giovedì 8 luglio 2010

POLLO E PATATE IN "MISE" ESTIVA




INGREDIENTI PER QUATTRO PERSONE:


8 fusi di pollo

1 kg di patate

due grosse cipolle fresche bianche

una costa di sedano verde

10-15 pomodorini "ciliegia"

2 cucchiaiate di capperi sott'aceto

una manciata di parmigiano grattugiato

olio extravergine di oliva

origano

sale

pepe





Sbucciate le patate, affettatele per il lungo, sciacquatele sotto l'acqua corrente ed asciugatele con carta assorbente da cucina. 




Mettetele in una terrina bella grande; aggiungetevi le cipolle a rondelle, il sedano a pezzi piccoli, i pomodorini a metà, i capperi, sale, pepe ed abbondante olio d'oliva. Mescolate con un cucchiaio di legno affinché le patate si impregnino bene del condimento.




A parte, condite i fusi di pollo con olio, pepe e sale. Versate le patate in una teglia e disponeteci sopra i fusi; bagnate con un bicchiere di acqua ed infornate a 180 gradi per un'ora circa.




Tenete il forno sotto controllo e se vi accorgete che il liquido tende a scarseggiare aggiungete di tanto in tanto qualche cucchiaio di acqua rigorosamente calda, di modo che le patate possano ammorbidirsi a dovere.




Quando sia il pollo sia le patate risulteranno cotti, cospargetene  la superficie con il parmigiano e con un pizzicone di origano e tenete la teglia in forno per ancora una decina di minuti, quindi spegnete e lasciate riposare un po' prima di servire.